Nel momento in cui, con l’avanzare dell’età, viene a mancare il reddito dell’attività lucrativa, la previdenza per la vecchiaia ci permette di continuare a essere economicamente indipen­ denti e di non ritrovarci in una situazione di bisogno.

Abbiamo tutti bisogno di sostegno finanziario in certe fasi della vita, in particolare durante l’infanzia e la gioventù, quando non possiamo ancora provvedere da soli al nostro sostentamento, ma anche nella vecchiaia, quando non lavoriamo più.

Fino a qualche decennio fa la povertà degli anziani era ancora un feno- meno diffuso: molti si ritrovavano in condizioni di indigenza nel momento in cui non avevano più la forza e la salute necessarie per lavorare. Nel corso degli anni, i Paesi economicamente sviluppati hanno quindi messo a punto sistemi di previdenza per la vecchiaia al fine di garantire agli anziani una base esistenziale.

In Svizzera la prima pietra della previdenza per la vecchiaia venne posta

il 6 dicembre 1925: Popolo e Cantoni approvarono a larga maggioranza un articolo costituzionale che prevedeva l’introduzione di un’assicurazione obbligatoria per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità. 20 anni dopo l’AVS venne effettivamente istituita: nel 1947 il Popolo approvò la relativa legge e a gennaio del 1948 furono versate le prime rendite di vecchiaia e per superstiti, d’importo compreso tra 40 e 125 franchi al mese.

Oggi il diritto alla previdenza per la vecchiaia va ben oltre la mera copertura del fabbisogno vitale: le persone anziane devono poter condurre una vita economicamente indipendente dopo l’uscita dal mondo del lavoro  e partecipare alla vita sociale. Le prestazioni dell’AVS, da allora costante- mente sviluppate mediante dieci revisioni di legge, sono oggi integrate dalla previdenza professionale (obbligatoria dal 1985), dalla previdenza individuale vincolata (pilastro 3a, istituito nel 1987) e, se il reddito sotto forma di rendita non basta a coprire il minimo vitale, dalle prestazioni complementari (introdotte nel 1966).